Lo stacco da terra è la terza alzata del Powerlifting. Si tratta in assoluto dell’alzata dove generalmente si carica più peso, e consiste nel sollevare il bilanciere da terra afferrandolo con le mani fino a mettersi in piedi.
È un esercizio molto tassante che recluta tutta la muscolatura estensoria, dai femorali-glutei agli erettori spinali. Spesso in palestra viene eseguita in maniera abominevole, con la schiena completamente cifotizzata e senza minimamente spingere con gli arti inferiori.
Nell’articolo di oggi però lo analizzeremo come esercizio da gara del Powerlifting, dove l’unico scopo è alzare più peso possibile seguendo il regolamento.
Rappresenta l’ultima alzata da eseguire durante la competizione, e per questo può consentire di ribaltare la classifica grazie alla sua importanza strategica.
Un personal trainer qualificato che ha frequentato un corso personal trainer sa benissimo che nel powerlifting c’è un regolamento che spiega quando uno stacco è valido o nullo.
Le regole principali sono le seguenti:
Analizziamo ora punto per punto l’alzata, cercando di schematizzare ogni fase per memorizzarla meglio. Vi sono due stili di stacco: regular e sumo.
Iniziamo dicendo che quest’alzata è scarsamente personalizzabile perché dipende molto dalle leve dell’atleta. Questo perché per regolamento il bilanciere parte da 22,5 cm da terra e rappresenta ovviamente un ostacolo che le tibie non possono superare mentre ci posizioniamo. Visto che la lunghezza dei nostri arti e del busto è fissa e che le spalle devono stare sopra o leggermente avanti rispetto al bilanciere, io posso solamente spostare il bacino leggermente in alto o in basso o i piedi in avanti o indietro. Di conseguenza il setup di partenza di ognuno è dipendente quasi interamente dalla sua struttura corporea.
Vediamo adesso in maniera ordinata tutti i punti fondamentali del setup di partenza.
Vediamo adesso l’alzata nelle sue fasi.
Con partenza intendo tutta la parte dell’alzata che avviene al di sotto del ginocchio.
Passaggio al ginocchio e chiusura
A questo punto se la spinta è ben bilanciata e il set up corretto il bilanciere salirà verticale. Appena questo supererà le ginocchia è fondamentale “buttare” le spalle indietro e il bacino avanti per velocizzare la chiusura. Ricordo che per essere considerata valida dobbiamo avere le spalle dietro al bilanciere alla fine dell’alzata. Il giudice capopedana tiene solitamente l’atleta fermo con il bilanciere in mano un secondo abbondante prima di validare l’alzata.
ll sumo è il secondo stile dello stacco da terra. Consiste nel posizionarsi a gambe divaricate, allo scopo di avvicinarsi maggiormente al bilanciere e semplificare il movimento. Generalmente questo stile viene scelto da chi non ha leve buone per lo stacco da terra, ovvero busto lungo e braccia corte. Allargando molto lo stance ci si avvicina al bilanciere e si parte con il busto molto più verticale, semplificando l’alzata.
Ovviamente non è tutto oro quel che luccica, altrimenti tutti gli atleti staccherebbero sumo. Questa posizione è infatti piuttosto scomoda e rischiosa per spingere, perché è molto facile sbilanciarsi. Inoltre non consente errori, e ogni minimo allontanamento del bilanciere dal corpo durante l’esecuzione rende praticamente impossibile recuperare l’alzata e porta al fallimento.
Vediamo i punti principali del set up.
Set up
Passaggio al ginocchio e lock out
Questa fase nel sumo è estremamente delicata, perché è molto facile sbilanciarsi e mandare a monte tutto il gesto. Le ginocchia devono serrarsi velocemente una volta che il bilanciere le ha superate, dopodichè è fondamentale mandare in avanti il bacino e le spalle indietro. Se queste non verranno serrate si correrà il rischio di “infilare” l’alzata, come già spiegato a inizio articolo.
I consigli qui esposti sono applicabili principalmente al Powerlifting, ma si potrebbero fare molti altri discorsi su tutti i vari utilizzi di questo esercizio, che saranno poi motivo di approfondimento in altri articoli.
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