Le distensioni su panca piana, detto più semplicemente panca piano o bench press, sono uno dei tre esercizi del powerlifting e uno dei più importanti utilizzati in sala pesi. Nell’articolo di oggi però lo analizzeremo come esercizio da gara del Powerlifting, dove l’unico scopo è alzare più peso possibile seguendo il regolamento.
Rappresenta la seconda alzata da eseguire durante la competizione, ed è quella che generalmente ha meno impatto sulla classifica per i minori Kg sollevati.
Un personal trainer qualificato (che abbia seguito un corso personal trainer specifico), sa che si tratta di un’esercizio poco tassante, che può essere allenato molto frequentemente e con alta intensità.
È infine un esercizio tecnico, che non consente di recuperare errori .
Nel powerlifting c’è un regolamento che spiega quando una panca è valida o nullo. Le regole principali sono le seguenti.
L’utente medio di una palestra tende a fare una panca rimbalzata escludendo completamente il fermo e facilitando la prima parte della concentrica. Non è una cosa da poco, perché può esserci una differenza anche di 15-20 Kg in meno con il massimale con fermo da gara. È quindi fondamentale abituarsi a gestire sempre la panca con un fermo solido e attivo. Analizziamo ora punto per punto l’alzata, cercando di schematizzare ogni fase per memorizzarla meglio.
La panca da powerlifting è impostata per caricare più peso, non per sviluppare più ipertrofia. Il Powerlifter cerca di posizionarsi creando un arco dorsale molto accentuato, per alzare il più possibile il petto verso il bilanciere. Questo non solo riduce il ROM dell’esercizio, ma mette anche l’atleta in una posizione molto più vantaggiosa per spingere cercando di simulare una panca declinata.
L’unrack consiste nel togliere il bilanciere dai supporti per iniziare il movimento. Dato per scontato che è necessario farsi aiutare da uno spotter se stiamo utilizzando carichi alti, è importante che in questa fase ci concentriamo ad alzare il più possibile il petto verso il bilanciere staccando i glutei dalla panca.
Una volta raggiunta la nostra massima altezza cercheremo di appoggiare i glutei sulla panca il più vicino possibile alle spalle, cercando di tenere il petto alto.
Una volta che ci siamo posizionati con piedi, glutei, spalle e testa siamo pronti per partire. Il giudice di darà il via (START) e saremo pronti per iniziare la fase di discesa.
Consiste nello stare immobili a contatto con il petto prima di eseguire la fase di risalita. Nel bodybuilding non è ovviamente obbligatorio, ma può aiutare a eliminare tutti quei rimbalzi accessori che fanno perdere tensione al pettorale limitando i guadagni ipertrofici. È fondamentale che il fermo sia “attivo”, ovvero con una tenuta solida e compatta delle braccia senza appoggiare completamente il bilanciere sul petto.
Una volta eseguito il fermo sarà il momento della risalita. A seconda della federazione ci potrà essere un via del giudice (PRESS) oppure dovremo autogestirci.
Con questa fase si conclude l’esercizio. L’atleta dovrai poi attendere immobile a gomiti estesi il comando del giudice (RACK) per riappoggiare il bilanciere sui supporti.
Nel complesso la panca è un ottimo esercizio, molto utile a sviluppare l’ipertrofia della parte superiore del corpo se ben utilizzato. I consigli di questo articolo si riferiscono ad un’esecuzione tipica delle gare di Powerlifting, che rendono l’esercizio sicuramente più performante ma non necessariamente più utile a sviluppare ipertrofia. In quel caso ci possono essere accorgimenti differenti che potranno essere oggetto di successivi articoli.
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