Nella società moderna, a seguito della sempre più rapida affermazione dei processi di sviluppo aziendale e di innovative tecnologie, sono nati metodi lavorativi che in passato erano impensabili, tra cui, uno fra tutti, è lo Smart Working definito come un approccio all’organizzazione del lavoro che si propone di raggiungere risultati efficienti ed efficaci attraverso la combinazione di flessibilità, autonomia, collaborazione e alla ottimizzazione di strumenti e ambienti di lavoro per i dipendenti.
È una nuova filosofia manageriale, che oggi, anche a causa della pandemia Covid 19, sta sempre più affermandosi nelle grandi aziende, nella Pubblica Amministrazione e anche nei liberi professionisti. In pratica, si basa sulla possibilità di dare ai lavoratori maggiore elasticità e indipendenza nel momento in cui si trovano a decidere per un luogo, orario, mezzo da impiegare, piuttosto che per un altro, in cambio di una maggiore consapevolezza per quanto riguarda i risultati.
In Italia il datore di lavoro non è obbligato a dover concedere lo Smart Working da casa al proprio dipendente, ma se lo dovesse fare, è necessario che tenga conto di alcuni diritti e obblighi che influenzano la produttività e che vengono messi al centro dell’approccio proattivo all’ergonomia e su cui si fonda la fabbrica del futuro “uomo-centrica”. Tra questi vi rientrano fattori quali la sicurezza e la salute del lavoratore, il benessere psico-fisico, la prevenzione degli infortuni e il miglioramento delle condizioni lavorative. Tuttavia, le basi giuridiche non si applicano a tutti i tipi di lavori da casa.
La pandemia Covid 19 ha costretto molte persone a lavorare nella propria abitazione, creando tante difficoltà sul piano sia organizzativo, sia comportamentale e salutistico.
Se da una parte svolgere il lavoro da casa porta vari vantaggi di prestazioni e costi tra cui flessibilità, assenza di spostamenti da casa all’ufficio, migliore stabilità tra lavoro e vita privata, maggior ottimizzazione del tempo, dall’altro, se non si interviene sulle abitudini scorrette che spesso si fanno, può sviluppare una serie di sintomi e disturbi di natura psicosomatica quali dolore fisico e ansia.
Il minor spazio intorno alla scrivania, i rumori, lo scarso comfort termico, la ridotta illuminazione naturale, la postura incongrua sono solo alcuni fattori di rischio aggravanti che non permettono di svolgere in modo efficace la propria mansione lavorativa.
La possibilità di utilizzare in modo funzionale le moderne tecniche informatiche quando si lavoro da casa necessita, quindi, l’organizzazione di spazi attrezzati, confortevoli, postazioni lavorative concepiti con criteri ergonomici, estetici e funzionali.
Vi consiglierò, allora, una serie di accorgimenti da applicare quando si lavora da casa in modalità Smart Working per non creare in particolare quelle problematiche posturali legate ai rischi della sicurezza sul posto di lavoro. I punti fondamentali sono stati stabiliti nel decreto legislativo n. 81/2008 che riguardano i rischi legati alla vista, ai problemi di postura e di affaticamento fisico o mentale, alle condizioni ergonomiche e igieniche ambientali.
Non essendo possibile da parte del datore di lavoro controllare tutte le condizioni di conformità delle postazioni di lavoro, sono proprio i dipendenti stessi, in accordo con l’azienda, a dover verificare, in base alle linee guida, le condizioni di adeguatezza della propria postazione di lavoro da casa in modalità Smart Working.
Nell’allestimento di una postazione devono essere presi in considerazione aspetti ergonomici al fine di garantire salute fisica e mentale, ma consentendo al tempo stesso di svolgere il lavoro in modo sicuro ed efficiente in postura corretta. Questi includono la sistemazione delle attrezzature di lavoro come scrivania e sedia, la facilità di utilizzo di hardware e software, i fattori esterni come aria, luce e rumore. In particolare, devono fornire le seguenti sicurezze:
Consigli su come creare un ambiente di lavoro ideale per mantenere una posizione corretta
- La postazione di lavoro è regolata correttamente quando l’articolazione del gomito, delle anche e del ginocchio sono a 90° e i piedi paralleli tra loro, ben appoggiati al suolo;
- Lo schermo deve poter essere regolato con semplicità, deve garantire un’immagine stabile, luminosa e senza contrasti da non sforzare la vista; deve inoltre, essere posizionato di fronte all’operatore in modo che la linea superiore sia leggermente al di sotto dell’asse visivo ad una distanza degli occhi pari a circa 50-70 cm;
- La tastiera, separata dallo schermo, deve essere facilmente regolabile, modificabile in pendenza in modo tale da consentire l’assunzione di una posizione confortevole tale da non provocare affaticamento alle braccia e a alle mani;
- Il mouse deve essere allo stesso piano della tastiera da non dover piegare polso e avambraccio nel suo utilizzo (vedi articolo “mouse e dolori al polso”);
- Il piano di lavoro deve avere un’altezza fissa o regolabile compresa fra 70 e 80 cm per consentire l’appoggio dei gomiti e degli avambracci e favorire, così, il rilassamento dei muscoli delle spalle. Le sue dimensioni di circa 150-160 cm di larghezza per 80 cm di profondità permetteranno una distanza adeguata dallo schermo, l’alloggiamento, il movimento degli arti inferiori e, se presenti, l’ingresso del sedile e dei braccioli. La sua superficie dev’essere opaca, mai lucida e nera perché rifletterebbe la luce;
- La sedia utilizzata deve avere una altezza regolabile tra 40 e 55 cm, essere indipendente dallo schienale che deve fornire un adeguato supporto alla regione dorso-lombare e rispecchiare le caratteristiche antropometriche dell’utilizzatore. Inoltre, deve essere provvista di un meccanismo girevole ed essere accompagnata da un poggiapiedi per un’adeguata postura degli arti inferiori. Per chi fa uso del divano o del letto, consiglio di non utilizzarlo perché, per quanto si voglia cercare di trovare una posizione comoda, esso non potrà mai essere funzionale come una sedia ergonomica.
Essendo la postura considerata il risultato di un rapporto variabile e dinamico continuo tra le attivazioni neuromuscolari, le forze oppositrici estrinseche (forza di gravità) e i fattori psicologici (personalità) e comportamentali, tutti questi accorgimenti tecnici citati non bastano a poterla correggere se viene a mancare la partecipazione attiva, costante e motivata del soggetto.
Lo stare seduti a lungo e il poco movimento rappresentano un forte rischio sulla salute.
Per non assumere posizioni obbligate e rigide cercare quindi di adattare al meglio la postazione di lavoro alla propria struttura.
Ultimi consigli da darvi sono:
- Svolgere movimento sul posto di lavoro, facendo, ad esempio, brevi camminate nell’ambiente di casa per riattivare la circolazione sanguigna;
- Concedersi piccole pause di 5-10 minuti ogni 2-3 ore o al bisogno eseguendo esercizi di stretching o automassaggiarsi per alleviare tensioni muscolari, esercizi di rilassamento per le tensioni psichiche, esercizi oculari per non affaticare la vista;
- Avere una scrivania regolabile in altezza in modo da poter alternare momenti in cui si sta seduti a quelli in cui si è in piedi;
- Posizionare i dispositivi di lavoro non direttamente sulla scrivania così si è costretti ad alzarsi per telefonare, stampare documenti o eseguire scansioni.
Insomma, tutto ciò che porta varietà al movimento e non crea sedentarietà e ipocinetismo risulta efficace e comunque rimane il fatto che le condizioni ottimali per poter lavorare a casa in modo efficiente si possono raggiungere da parte di ognuno di noi soltanto se lo si voglia fare. Poter svolgere una regolare attività fisica qualora si svolga, quindi, un lavoro sedentario è il consiglio che ogni personal trainer qualificato (che ha frequentato un corso per personal trainer riconosciuto) vuole dare per migliorare il proprio benessere fisico.
Applichiamo questi accorgimenti e staremo in salute!
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