Il ginocchio è una delle articolazioni che più spesso è causa di terapie farmacologiche per ridurre infiammazioni e dolori, ma che altrettanto spesso necessita di interventi chirurgici per lesioni alle cartilagini o ai legamenti. Ciò accade sia per motivi di carattere sportivo, sia a causa del logorio dovuto al passare degli anni che spesso porta ad un fenomeno detto artrosi.
Le strutture che compongono il ginocchio e che più spesso vanno incontro a lesioni e di conseguenza a chirurgia sono:
- Ossa: femore, tibia e rotula;
- Muscoli: più di tutti il quadricipite con il suo tendine rotuleo;
- Legamenti: Crociati (anteriore e posteriore) e collaterali (mediale e laterale);
- Menischi (interno ed esterno).
Gli interventi più classici di chirurgia ortopedica sul ginocchio sono dovuti a lesioni dei legamenti, a fratture con aggiunta di endoprotesi e chirurgia meniscale.
Vediamo quali sono i diversi esercizi che possono essere eseguiti per recuperare la funzionalità articolare in seguito ad un intervento, considerando che ogni struttura di quelle citate richiede approcci diversi in sala operatoria e di conseguenza tempi e metodi di recupero differenti fra loro.
Legamenti
Il recupero che si esegue dopo un’operazione ai legamenti si differenzia molto tra i crociati ed i collaterali. Quando si operano i crociati infatti la fase successiva, di ripresa del movimento è molto più rapida e “forzata” rispetto alla rottura e quindi all’intervento dei collaterali. Considerando il fatto che nella ricostruzione dei legamenti spesso si recuperare in un periodo di tempo di circa 6 mesi, possiamo capire come il tempo da dedicare agli esercizi sia lungo e soprattutto debba essere graduale. Non possiamo pretendere che un nuovo legamento, ricostruito, sia subito in grado di resistere alle forze ed ai carichi di un legamento sano e da sempre “allenato” a tali sforzi. I primi esercizi saranno quindi di mobilità attiva e passiva (aiutati da una persona esterna) nella flessione ed estensione del ginocchio, cercando di recuperare il massimo dei gradi di movimento possibile. In seguito, si iniziano dei lavori di contrazione isometrica della muscolatura quadricipitale e flessoria della coscia, in modo da recuperare una parte del tono e del trofismo perso a causa dell’immobilità post operatoria. Questa fase dovrà essere gestita in modo sempre crescente fino ad arrivare ad utilizzare dei pesi progressivi che comportano un pieno recupero non solo funzionale della mobilità ma anche della forza della muscolatura della coscia.
Per i legamenti collaterali i tempi di recupero sono molto più brevi, praticamente dimezzati, dato che di solito richiedono all’incirca 2 mesi, massimo 3. Il lavoro iniziale post operatorio sarà, come per i crociati, di recupero della mobilità di base del ginocchio sui suoi maggiori gradi, quindi flessione ed estensione, per poi passare agli esercizi in isometria sia del quadricipite che dei flessori, ed infine arrivare ai lavori svolti in carico crescente, in cui si permette anche in questo caso alla muscolatura di recuperare trofismo e tono adeguati, venuti a mancare a causa dell’immobilizzazione forzata post intervento. In questo caso, soprattutto nei lavori da in piedi, si dovrà far caso a correggere i possibili difetti di propriocezione del ginocchio operato che potrebbe atteggiarsi in varismo o valgismo. La correzione specialmente nella fase attiva risulta fondamentale per evitare eccessive sollecitazioni al legamento lesionato e quindi operato da poco.
Talvolta posso essere di grande aiuto gli esercizi svolti in acqua.
Questi infatti permettono di lavorare contro una lieve resistenza ma soprattutto tolgono dalle gambe una parte di gravità che avremmo sulla terra ferma, di conseguenza consente di far gravare meno il peso sull’articolazione.
Come fase di recupero “integrata”, molto spesso per allenare il cervello a riprendere confidenza con un arto che è rimasto fermo per diverso tempo, si usano degli esercizi detti propriocettivi. Questi lavori consentono ad alcune aree dell’encefalo di gestire in modo migliore la contrazione dei muscoli e la regolazione del loro tono per favorire il recupero dell’equilibrio. Per aumentare il livello di difficoltà in questi esercizi si possono usare le classiche pedane basculanti, spesso usate dagli sportivi, che simulano una costante perdita di equilibrio poiché non offrono una superficie piana e stabile di appoggio per il piede.
Menischi
Le lesioni meniscali di solito hanno bisogno di essere “trattate” in modo diverso dai legamenti. Prima di tutto richiedono dei tempi molto inferiori, ed inoltre si dovrà agire molto sul recupero della mobilità completa dell’articolazione, poiché è lì che i menischi vanno ad agire. Saranno quindi utili movimenti di massima flessione ed estensione del ginocchio, anche in questo caso raggiunti in modo graduale e verificando che non ci siano dolori o che non si crei una eccessiva infiammazione.
Fratture
Nella riparazione chirurgica da ipotetiche fratture, di solito vengono usate placche metalliche che riallineano i segmenti ossei lesionati. Nei casi peggiori, o anche in artrosi molto avanzate, si ricostruisce completamente l’articolazione con una protesi. Questo è il caso che presenta più difficoltà di recupero poiché inizialmente ci sarà da risolvere un grande stato infiammatorio localizzato e si andrà incontro ad un periodo di totale immobilizzazione per non stressare l’osso col proprio peso corporeo. In tal caso quindi non si avrà solo una necessità di lavorare sulla mobilità articolare completa ma anche su tutti i muscoli che partecipano nel suo movimento.
Gli esercizi sono molto simili a quelli da svolgere per la ricostruzione del legamento crociato, sapendo però che nel momento in cui si andrà a caricare il peso sulla gamba operata potrebbero verificarsi episodi di dolore maggiore e quindi potrebbero essere anche necessari tempi di recupero più lunghi.
Anche per le fratture è fondamentale avere il costante feedback del medico ortopedico in modo da agire con totale sicurezza.
Indicazioni generali
In linea di massima, sia per lesioni ai legamenti, sia ai menischi, sia in caso di fratture, risulta molto utile l’esecuzione di esercizi di stretching. A causa dell’immobilizzazione della gamba infatti molti muscoli, oltre a perdere forza e resistenza andranno in contro anche a maggior rigidità. I classici esercizi di allungamento eseguiti sotto il controllo di un personal trainer qualificato (che ha frequentato un corso personal trainer specifico) seguiti dagli esercizi citati in precedenza, di mobilità e rinforzo possono solo giovare ed accelerare il recupero completo.